Ottimo articolo, ottimo intervento e grandi prospettive per il futuro del domaining italiano.
Bravo Paolo!![]()
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paolinope29 (24-11-14)
Mi chiedo, se un dominio non esiste ancora, e dunque non ne esiste alcuna proprietà intellettuale né diritto di autore o di sfruttamento, come può essere venduto e da CHI?
Cioé qual'é l'ente che é autorizzato a vendere un bene inesistente rendendolo esistente? E come procedere? e come stimarne il valore potenziale e dunque un prezzo plausibile?
@bevilacquafabio
Ciao!
Non puoi vendere un dominio non registrato ovviamente.
Se registri un .com paghi un REGISTRAR. A quel punto è tuo e puoi venderlo a un terzo.
Il prezzo possiamo dire che lo decide il mercato.. Se un dominio può darti una marcia in più per il tuo business sarai disposto ad investirci una cifra congrua, che ti garantisca maggiori entrate o la costruzione di un brand, ad esempio.
Paolo
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Non saprei. Il dato su cui ragionare dovrebbe essere il numero di registrazioni. Se agli inglesi piacesse meno registrare il loro tld rispetto a quanto piace ai tedeschi registrare il loro .de dovremmo riscontrare una dato basso anche nelle registrazione dei .uk rispetto a quelle dei tedeschi.
Il dato su cui ragionare secondo me é il dato di penetrazione
n° di registrazioni / popolazione del Paese
Io ho un dato del 2011
Uk - 19,65 domini ogni 100 abitanti (United Kingdom)
.De - 17,88 domini ogni 100 abitanti (Deutsch)
siamo più o meno li
qualcuno può cercare dati più aggiornati
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mihi (25-11-14)
Però secondo me se nel nostro Paese si vendessero .com con key italiana a cifre molto alte (come succede per forza di cose in UK), e se il .it fosse molto meno apprezzato e venduto (come .UK), succederebbe che il .it sarebbe comunque molto molto registrato.
Insomma, sarebbe trainato come numero di registrazioni dal fatto che key .com sono vendute a prezzi alti.
Non vuol dire poi che sarebbero venduti nel mercato secondario, ma sarebbero secondo me tutte occupate.
Stesso discorso per il .DE.. In questo caso le key tedesche .com anche se non sono con l'estensione preferita dai tedeschi, credo che siano tutte registrate.
In sintesi:
.DE gran numero di registrazioni e vendite
.COM con key tedesca: gran numero di registrazioni e meno vendite del .DE (credo)
.COM con key francese: gran numero di registrazioni e meno vendite del .COM con key francesi (credo)
.FR gran numero di registrazioni e vendite
Paolo
Ultima modifica di paolinope29; 25-11-14 alle 05:51 PM
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Ciao,
io parlavo dei nuovi domini di primo livello.
Se io volessi comprare l'esclusiva del dominio .ciambelle che non esiste ancora, che diritto avrei di PRIVATIZZARE un termine appartenente ad un lessico che non mi appartiene in modo esclusivo perché é un patrimonio non solo nazionale ma addirittura dell'umanità?
E se io non ho il diritto di comprarlo, per le stesse ragioni appena dette, chi può arrogarsi il diritto di venderlo e ricavarne un profitto? SU QUALI BASI DI DIRITTO?
Ovviamente lo stesso discorso potrebbe applicarsi anche ad altre estensioni già esistenti come .com, ma quelle almeno si può riconoscere che non hanno un valore semantico proprio, lo hanno ricevuto in modo convenzionalmente ed universalmente riconosciuto proprio per lo scopo tecnico a cui devono servire; la loro creazione é stata un fatto arbitrario e voluto ad hoc.
Ma chi ha il diritto di privatizzare una parola che appartiene ad una lingua comune togliendo agli altri lo stesso diritto di utilizzo se non pagano?
Insomma, CHI E' QUESTO FANTOMATICO REGISTRAR CHE SI FA PADRONE ESCLUSIVO DI DIRITTI PUBBLICI?
Dopo che le multinazionali e le banche hanno iniziato ormai da tempo a dare un prezzo ai beni umanitari fondamentali alla vita come il cibo e l'acqua potabile, adesso stiamo varcando una nuova soglia di speculazione finanziaria mettendo in vendita anche la lingua dei popoli?
Ah, quindi non era riferita a questa discussione, ma ad un'altra...
Il discorso che fai tu è comprensibile, per molti anche condivisibile forse.
Ma "privatizzare" un .ciambelle non credo sottragga nulla all'umanità, anzi, qualcuno magari investe 5 milioni di dollari dandoti la possibilità di registrare un dominio .ciambelle a soli 10 dollari.
Prima non era proprio possibile registrare un .ciambelle, ora sì. Privatizzare è rendere qualcosa che era pubblico privato, creare nuove estensioni è rendere disponibile qualcosa che non esisteva.
Detto questo io non sono un fan di questi nuovi domini..
Comunque l'ente internazionale che si occupa di questo è:
http://icann.org
ICANN - Wikipedia
In particolare: http://newgtlds.icann.org
"ICANN is a not-for-profit public-benefit corporation with participants from all over the world dedicated to keeping the Internet secure, stable and interoperable..."
Per altre domande apri una discussione apposita, questa si riferisce ad un altro tema, per quello non capivo!
(Un confronto tra il mercato secondario dei domini in Germania, Italia ed altri Stati europei)
Un saluto!
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bevilacquafabio (25-11-14)
d'accordo eventualmente aprirò un topic nuovo, comunque quello che tu non credi io invece lo credo; si comincia sempre così subdolamente, nascondendo nelle buone intenzioni quelle meno buone dettate dalla fame di profitto personale a discapito degli altri.
Privatizzare é come dici giustamente tu rendere privato un bene pubblico, e se le estensioni informatiche formalmente non esistono ancora, la semantica che racchiudono invece sì ed appartriene a TUTTI di diritto.
Non é forse proprio il loro significato immediatamente intelleggibile il motivo per cui verranno create? O forse saranno tutte delle sigle astratte ed astruse? Avrebbero qualche valore aggiunto in quel caso per i motori di ricerca?
Come già detto, e come da regole del forum, siamo OFF TOPIC in questa discussione.
Un saluto
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bevilacquafabio (25-11-14)
Ma queste vendite sopra i 10k su quali siti sono state effettivamente fatte?
Generalmente le vendite avvengono tramite siti quali sedo, che offrono poi servizio di Escrow oppure per contatto diretto tra le parti e pagamento sempre tramite servizi di escrow.
Le vendite che DNJournal registra e riporta sono solo quelle in cui il venditore sia in grado di produrre un documento che attesti il pagamento e quindi sono considerate quali verificate.
paolinope29 (27-11-14)
Quoto, su dnjournal viene riportata la piattaforma!![]()
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Da quanto precisato si evincerebbe che i tedeschi amano il loro .de più del .com per parole in lingua tedesca, anche se per sostenere questo ci vorrebbero i dati sul numero di registrazioni da parte dei tedeschi di domini .com.
Mi sfugge un po' il nesso con l'Italia
Teniamo presente inoltre che se le transazioni pubblicate sono realmente avvenute (tra l'altro non sempre con compratori diversi) non tutte le transazioni avvenute sono pubblicate e forse se lo fossero i rapporti tra i dati nazionali sarebbero molto diversi.
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Per il primo dato è vero, ma tutta l'analisi è basata sull'opinione che mi ha dato Simone, e sulla sua esperienza. Poi ovviamente potrebbe sbagliare, ma mi sono fidato conoscendo il calibro della sua attività internazionale.
Il parallelo con l'Italia deriva da quanto affermato: stesso modo di considerare il TLD nazionale rispetto al .com
Ovviamente con dati diversi cambierebbe tutto, ma mi affido a ciò che viene pubblicato. Magari se tutto fosse pubblicato sarebbe diverso il divario, ma potrebbe essere anche più accentuato..
Un saluto
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