Vendere un dominio: l’end-user, questo sconosciuto

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Quando si parla di mercato secondario dei domini, a livello internazionale e nazionale, si fa sempre riferimento a 2 sottocategorie: il mercato reseller e quello end-user. Per vendita a reseller si intende una transazione che avviene tra il proprietario di un dominio e un acquirente che compra il nome con lo scopo di rivenderlo. Chiaramente, in attesa di rivenderlo, il cosiddetto “reseller” avrà a disposizione il nome, e potrà tenerlo in parking, sviluppare un sito, o lasciarlo nudo e crudo.

L’end-user è invece l’utente finale: con questa dicitura si indica un soggetto che acquista un dominio non a scopo di rivendita, ma per sviluppare un progetto. L’acquisto è spesso legato all’attività dell’utente finale, che con l’acquisto rafforza la propria posizione sul web.

La differenza di prezzo tra end-user e reseller è grande: l’utente finale ha maggiore interesse nell’acquisto, ed è motivato da ragioni economiche, chiaramente propenso a spendere una cifra maggiore, non dovendo guadagnare dalla vendita del nome a dominio.

Non voglio citare esempi reali, per evitare di parlare di domini altrui, ma mi limito a fornire un esempio pratico simulato: per un dominio come banca.EXT se ipotizziamo un prezzo reseller di xxx euro, un utente finale, che potrebbe essere ad esempio un istituto bancario, potrebbe pagare cifre di un ordine di grandezza superiore.

 

Che senso ha allora rivendere ad altri reseller?

Il motivo è chiaro: non è facile trovare un end-user, per diversi motivi. Ne cito solamente alcuni evidenti:

  • molti potenziali end-user non sviluppano la propria attività su internet
  • non tutti coloro che hanno un’attività credono che il dominio sia fondamentale
  • in alcune situazioni (ad esempio in Italia) il mercato secondario è poco sviluppato e manca quasi totalmente una cultura del web

Non sempre è così, capita a volte di trovare un utente finale.

 

Ma come avviene in linea generale questo contatto?

Parlando del mio piccolo portfolio posso portare la mia testimonianza, per quello che riguarda il mercato italiano: negli anni ho fatto qualche tentativo, contattando una serie di potenziali interessati all’acquisto di un dominio inerente alla loro attivittà commerciale.

Ad esempio, per un nome ho trovato 30-35 contatti, tramite i siti web già esistenti e tramite altri canali (che ovviamente dipendono dalla categoria a cui appartengono questi potenziali end-user).

Ho inviato un’email di contatto standard, presentandomi e proponendo il nome e altre informazioni utili alla causa.

Ho atteso qualche giorno. Il risultato è stato a dir poco deludente: pochissime risposte, di cui solo un paio timidamente interessate (con offerte non sufficienti per prendere in considerazione la cessione).

Mi è capitato, però più di una volta, di essere contattato direttamente dall’end-user tramite piattaforme conosciute come Sedo, ParkingCrew o tramite un form presente direttamente sul dominio.

In questi casi la trattativa è sicuramente in discesa, ovviamente con una richiesta adeguata ai prezzi di mercato.

Prima di scrivere questo articolo, ho contattato altri domainer di mia conoscenza, per avere un minimo di riscontro sui dati che sto esponendo e sulle percentuali di risposta degli end-user. Molti di loro, per il mercato italiano, mi hanno confermato percentuali molto simili a quelle che ho appena illustrato, anche per domini di livello superiore a quelli da me proposti ai “miei” potenziali end-user.

Anche loro, infatti, su un gran numero di persone contattate, hanno ricevuto poche risposte, che peraltro non erano nemmeno tutte intenzionate ad intavolare una trattativa.

 

Investire tempo in questa attività conviene?

Secondo me, la risposta non può essere univoca. Per ampi portafogli di domini, forse, non conviene contattare i potenziali acquirenti. Se si è certi di avere un gran bel nome nella propria lista, naturalmente, creare una lista di contatti e tentare di proporre il dominio potrebbe essere una buona idea.

Alcuni piccoli consigli per proporre il proprio nome (dettati più da regole generali per venditori, che dalla mia poca esperienza in fatto di end-user): credo che la questione principale sia quella di destare fiducia in un potenziale acquirente, che difficilmente investirà il proprio denaro se non è sicuro al 100% della bontà delle nostre intenzioni.

In breve:

  • una buona presentazione personale, seria e concisa (meglio se della propria attività/azienda)
  • il motivo per cui è stato contattato
  • una piccola presentazione del dominio e del potenziale che secondo noi possiede
  • una garanzia per proteggere il suo eventuale pagamento (ad esempio un’intermediazione di società serie come Sedo o Nidoma per continuare eventualmente la trattativa)
  • i nostri recapiti. In merito ringrazio chi ha condiviso con me la propria esperienza riguardo i metodi di contatto di potenziali interessati: a suo dire, per il mercato italiano, la presenza del numero telefonico fa spesso la differenza, per la gran parte di aziende e attività che raramente utilizzano la mail come canale di comunicazione principale. Aggiungerlo in calce alla nostra mail non costa nulla e potrebbe essere una corsia preferenziale per essere ricontattati.

 

Per quanto mi riguarda, continuerò ad attendere di essere eventualmente contattato da utenti interessati a espandere la propria presenza sul web. Solamente per pochissimi domini dedicherò il tempo necessario per proporli ad una lista di contatti potenzialmente interessati.

In conclusione: l’end-user esiste, ma è difficile trovarlo proponendosi. La strada sembra essere più facile quando è lui a trovare noi!

 

E voi? Come vi comportate con il vostro portfolio?

 

Paolo De Gregorio
paolinope29


Domainr.it

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