L’intervista di oggi è particolarmente lunga e piena di indicazioni a mio avviso molto pratiche. Ciò che emerge forte dall’intervista al sempre disponibile Dario Vignali, riferimento nel web italiano per quanto riguarda gli info-prodotti, è che non è necessario essere i migliori della grafica o della pubblicità online, per trarre profitti con internet.
Ciò che conta, semmai, è la capacità di avere delle conoscenze trasversali di web marketing da applicare a una nicchia di argomenti interessanti per un certo gruppo ben definito di lettori. Non voglio svelare altro, sentiamo cos’ha da raccontarci Dario…
1) Dario, qual è la tua storia professionale e perché hai deciso di puntare sull’online?
Ho cominciato nel lontano 2003 ad interessarmi alle distribuzioni Linux e alla sicurezza informatica. Cavolo, avevo 13 anni ed ero un ragazzo piuttosto strano, sicuramente più di quanto non lo sia oggi.
Verso i 14 anni mi sono appassionato ad Internet. Ricordo con piacere di aver seguito, nel corso degli anni, diversi personaggi del web Italiano.
A partire da Davide “Tagliaerbe”, passando per “Maestrini per caso” e arrivando a Massimo Mantellini ho visto nascere il blogging in Italia.
All’epoca curavo il mio blog “inside the world”, il blog di un quattordicenne alla scoperta della rete. Sebbene la giovane età e un linguaggio da teenager in pochi anni ho collezionato poco più di un milione di visitatori unici.
Verso i 16 anni ho lasciato tutto per fare l’imprenditore notturno: locali, feste ed eventi fino a che non sono finito a Milano dove ho fatto un anno di Politecnico. Ahimè è finita male, ho ripiegato su Economia a Ferrara, la mia città di nascita.
Ai 18 anni sono stato intervistato da Logotel, una grossa service design company italiana, come nativo digitale e “teen” blogger per un loro progetto editoriale.
Quello è stato il momento in cui ho compreso che era venuta l’ora di prendere la palla al balzo e ributtarsi sul web.
Dopo aver lanciato decine di blog negli anni precedenti, ho finalmente compreso che la mia passione risiedeva nelle strategie di lancio necessarie per raccogliere un pubblico attorno ai progetti e ai business del web.
Così, nel 2013, ho lanciato dariovignali.net e mi sono rimesso a studiare la rete, nello specifico il web marketing. Per farlo ho smesso di guardare al nostro paese e mi sono rivolto solamente al know-how d’oltreoceano, in particolar modo a quello americano.
Dal 2013 al 2015 ho collezionato diverse soddisfazioni. Già il primo anno ho ottenuto risultati economici talmente soddisfacenti con le affiliazioni da poter smettere di lavorare per conto di clienti o progetti altrui.
Oggi il 90% del mio business ruota attorno al mio dominio dariovignali.net.
2) E’ veramente possibile guadagnare online o è una chimera?
Credo di aver risposto con la mia storia personale, ma ci tengo a fare qualche precisazione.
In Italia è possibile guadagnare sul web ed è possibile guadagnare anche grandi cifre.
Il problema sta nel know-how richiesto: bisogna possedere un approccio di tipo olistico e sapersi districare tra competenze estremamente diverse tra loro: webdesign, seo, copywriting, business development e advertising ne sono un esempio. Detta come va detta, non fa per tutti. C’è tanta gente che ci crede, che ci mette il massimo, ma che semplicemente non è portata per queste discipline.
Un esempio? Ho visto tante persone brave nella grafica ma totalmente incapaci di scrivere in maniera accattivante o grammaticalmente corretta. Credo che il copywriting e la qualità dei contenuti stiano comunque alla base di ogni progetto web.
Attenzione però, io parlo del mio mercato: quello dei blogger e di tutti coloro che desiderano promuoversi o produrre profitto a partire dal proprio personal brand.
3) Qual è il tuo approccio verso il guadagno in internet?
Come ho appena accennato, il mio pubblico target si identifica in tutti coloro che desiderano trarre profitto dalla propria “expertise” e guadagnare con le proprie passioni (e competenze, ovviamente).
Credo che ci sia ancora grande margine di crescita nel mercato Italiano. A dire il vero vi sono intere nicchie lasciate al caso, interi mercati in mano a siti poco meritevoli.
L’evoluzione della vendita online è ai suoi esordi. L’affiliate marketing prende il posto degli uffici commerciali e aumenta la flessibilità di vendita per le aziende. Allo stesso modo i venditori affiliati hanno maggiore marginalità, grande libertà di scelta e un grado superiore di automazione dei propri sforzi.
Il Blogging ha innalzato il tutto riportando i valori umani sul mercato. Le aziende lo sanno: è più facile fidarsi dell’opinion leader della porta accanto che di un venditore che ci suona al campanello.
Non voglio risultare troppo astratto, ma la spiegazione al tutto risiede nell’asimmetria dell’informazione.
Una volta erano i venditori a saperne di più dei potenziali clienti.
Il motivo è ovvio: avevano accesso a molte più informazioni sui loro stessi prodotti.
Al contrario i consumatori non avevano accesso al grande numero di informazioni e recensioni che vi sono oggi.
Per i venditori diveniva piuttosto semplice vendere riportando qualsiasi tipo di informazione, corretta o meno.
Oggi l’informazione è comunque asimmetrica, ma a vantaggio del consumatore.
Il tutto si è invertito e molto spesso sono i clienti a saperne di più degli stessi venditori.
Pensiamoci. Quante volte ci troviamo di fronte a venditori stanchi del loro lavoro e poco appassionati al loro prodotto?
Tante.
La verità è che troppo spesso i venditori studiano i loro prodotti in maniera meno approfondita di quanto facciano i potenziali clienti.
Il motivo è semplice: il cliente è colui che deve acquistare e, ritrovandosi davanti ad una scelta tra più venditori e più prodotti, è incentivato a leggere qualsiasi informazione a sua disposizione.
Ecco che i consumatori sono portati, per natura, a fidarsi maggiormente delle informazioni che gli vengono fornite da persone appassionate. I blogger e gli opinion leader ne sono un esempio.
Abbiamo appena spiegato come sia possibile che vi siano blogger Italiani che guadagnano decine o centinaia di migliaia di euro al mese.
Io parlo di “blogging”, ma ricordiamoci che, ovviamente, l’esperto e il suo personal branding trascendono la piattaforma.
Questo è un post interessante per chi volesse approfondire.
4) Sondaggi online, blog, mystery client, app, Social Media, e-book, affiliation, e-commerce: sembrano esserci molte possibilità per guadagnare tramite internet. Ha senso puntare solo su ebook e info-prodotti o c’è dell’altro? Fino a quanto si può guadagnare?
Attualmente penso che la forma più remunerativa di guadagno sul web preveda l’integrazione di diverse strategie.
Lasciando perdere i sondaggi online ecc (che reputo stupidaggini) penso che il maggior profitto lo si possa ritrovare nella vendita di prodotti (o info-prodotti) e nei sistemi di membership a pagamento. A seguire metto le affiliazioni, ma dipende comunque dal proprio mercato di riferimento.
Se ci si pone come esperti di un determinato mercato si possono generare profitti anche da “prestazioni derivate”: ne sono un esempio consulenze, conferenze o servizi e prestazioni di ogni genere.
5) Cosa si deve fare per guadagnare con un sito o blog, secondo te? Cosa cercano i lettori online e quali sono gli argomenti che attirano di più?
Guarda, prossimamente farò uscire un report dove mostrerò come abbiamo portato un blog a centinaia di euro al mese di profitto in soli due mesi grazie al programma di affiliazione di Amazon. L’argomento del blog? Rimanendo vaghi… utensili da cucina!
Potrà sembrare un esempio stupido ma rende molto bene l’idea di come sia possibile guadagnare anche con le nicchie più impensabili.
Ovviamente non conta solamente l’argomento, la legge del profitto è sempre la stessa e prevede diverse variabili:
traffico + contenuto + conversione = profitto
TRAFFICO
Lo step di partenza è quindi sempre il traffico e, ovviamente, generare nuove visite verso il proprio blog o sito web non è sempre così semplice, soprattutto agli inizi.
Un tempo ero un seo-boy, oggi invece sono propenso a consigliare l’advertising fin da subito.
Credo che vi siano due strategie per generare traffico: una a lungo termine, la SEO, e una a breve termine, l’advertising. Entrambe vanno portate avanti assieme fin dal primo momento di creazione del proprio sito web.
L’advertising ci consente di ottenere traffico e risultati subito, la SEO migliora il nostro posizionamento nel tempo, sia dal punto di vista dei motori di ricerca, sia dal punto di vista del posizionamento di marca.
Per me la SEO non è altro che la misura dell’autorevolezza di un sito web e, troppo spesso, vedo darle significati totalmente diversi tra loro.
Certo, c’è un problema.
Molti sostengono che l’advertising sia costoso.
Attenzione però, l’advertising non è costoso. L’advertising è profittevole.
Lo ripeto sempre, soprattutto a chi è agli inizi: se fai advertising e ci stai perdendo dei soldi significa che lo stai facendo male.
Ipotizziamo ad esempio che tu abbia un blog o un sito web relativamente nuovo. Hai bisogno di traffico, di nuovi visitatori e di nuovi iscritti alla Newsletter.
L’idea di base è quella di creare un prodotto (o info-prodotto) di front-end da vendere e utilizzare i ricavi per finanziare una campagna di paid advertising.
Il prodotto di front-end si caratterizza per la sua generalità tematica e per un costo contenuto.
Riprendo un esempio pratico che ho citato sul mio blog:
1) Creo una campagna su Facebook da 50 euro al giorno
2) La campagna ha come link di destinazione una landing page del nostro blog. (La mia potrebbe esserne un esempio).
3) Molti degli utenti Facebook che arrivano sulla landing page, incuriositi dalla possibilità di scaricare un bribes (un pdf gratuito), si iscrivono alla nostra newsletter.
4) Il nostro account di Direct Email Marketing invia una mail automatizzata ad ogni nuovo iscritto con un PDF capace di generare la sua attenzione.
5) Il secondo e il terzo giorno vengono inviati altre 2 mail automatiche con contenuti (PDF o video) inerenti al prodotto di front-end.
Nelle mail gli chiediamo anche di mettere like alla nostra pagina Facebook e di seguirci su Twitter.
6) Adesso che i prospects (i nostri nuovi iscritti) hanno ricevuto le nostre mail, se abbiamo svolto un buon lavoro dovrebbero essere interessati ai nostri contenuti.
Siamo quindi pronti per presentargli il nostro prodotto di front-end: il terzo giorno gli viene recapitata una mail automatica che li invita a visitare la nostra pagina di vendita del prodotto.
7) Se un utente acquista, avremo dei nuovi fondi per finanziare la campagna. Se un utente non acquista avremo comunque guadagnato un nuovo lettore che magari ci porterà guadagni futuri.
La nostra missione è quella di mantenere la spesa in advertising minore ai guadagni provenienti dalle vendite del prodotto di front-end.
L’obiettivo non è guadagnare, bensì generare decine di nuovi lettori al giorno, senza spendere un solo cent.
CONTENUTO
La seconda variabile della nostra equazione profittevole è il contenuto.
Il contenuto coinvolge diversi elementi.
Primo tra tutti l’argomento del nostro blog o sito web che, in ottica business, definisce quello che io definisco il COR (Costo-Opportunità-Rendimento) del nostro progetto.
Il motivo è semplice: l’argomento definisce il mercato in cui si opera e, a seconda del mercato, cambiano i costi di avviamento, le opportunità e le possibilità di rendimento.
In secondo luogo troviamo invece il grado di ottimizzazione dei contenuti. Il nostro sito web possiede un design accattivante? Il testo è dotato di un copywriting efficace? L’user experience è ottimizzata per la conversione? I video sono realizzati in modo tale da non perdere l’attenzione dell’utente?
Senza ottimizzazione si possono sperperare migliaia di euro in advertising senza guadagnare assolutamente niente.
CONVERSIONI
Sulle conversioni non c’è niente da dire, le conosciamo tutti. Convertire significa generare profitto. Il problema è che troppo spesso i webmaster o i business developer di turno non hanno ben chiaro quale sia l’obiettivo di conversione del proprio blog o sito web. Certo, si potrebbe aspirare a un profitto economico o a un risultato più astratto (soprattutto quando si lavora sul personal branding o sull’influenza politica di una persona). Il problema però è che troppo spesso non si ha la minima idea di quale sia il processo di conversione (il cosiddetto funnel) dei lettori.
Ogni bravo blogger o business developer della rete dovrebbe avere chiaro l’identikit delle diverse buyer-personas che approdano sul proprio sito web.
Ad ogni tipo di buyer-personas corrispondono diverse necessità, diversi modi di pensare e diverse leve psicologiche da integrare per aumentare le probabilità di vendita.
Il segreto dei siti web che convertono è sempre lo stesso: costruire funnel diversi per tipi di buyer personas diversi :-)
6) Come scegli gli argomenti da affrontare? Hai qualche episodio curioso e divertente da raccontarci?
Gli argomenti trattati sul mio blog sono sempre scelti in base all’ispirazione del momento.
Vado controcorrente ad ogni strategia di blogging o di content-curation della rete se dico che non mi impongo alcuna scadenza e non pianifico mai nessun post? :-) Di professione faccio l’internet marketer, non il blogger. Il blog per me è solo una piattaforma dove raccontare le ultime strategie testate e mostrare ai miei lettori gli step operativi necessari per replicarle.
Per quanto riguarda gli aneddoti divertenti ne ho pochi, drammatici invece tanti! ;) Una volta, ad esempio, ho comprato un SoloADS su un sito inglese per centinaia di euro e, al suo interno, vi ho messo un link di affiliazione. Ero piuttosto convinto di poterci guadagnare.
Il risultato è stato drammatico.
Dopo l’invio del SoloADS mi sono reso conto che il link di affiliazione era sbagliato e che quindi non mi era stata attribuita alcuna conversione.
Zero resa, tanta spesa!
7) Cosa serve maggiormente a una persona che ha deciso di intraprendere un business online? Cosa consiglieresti e da dove cominciare?
Tempo, serve tanto tempo.
Ci vogliono mesi di dedizione per imparare, studiare, applicare e poi testare.
Come dicevo, è ESTREMAMENTE IMPORTANTE seguire un percorso di studio che porti ad un know how di tipo olistico.
Sul web non è poi così importante essere il migliore a fare advertising o il migliore a fare SEO o il migliore a fare grafiche. Sul web è importante essere il migliore tra coloro che sanno fare advertising, SEO, grafiche e copywriting, tutto assieme!
8) In sintesi: guadagnare con internet è un’attività “per tutti” oppure no?
È la solita classica domanda che merita la solita classica risposta! ;-)
Guadagnare con internet è un’attività per tutti coloro che hanno sufficiente passione e forza di volontà necessaria per intraprendere un percorso fatto di studio e dedizione.
Questa considerazione credo però che sia valida per il web come per qualsiasi carriera professionale.
O sbaglio? Un abbraccio, Dario.
Grazie Dario! Intervista veramente ricca di spunti che, se dovesse essere condensata in pochi concetti, questi forse sarebbero “Tempo, conoscenze trasversali e contenuti”.
Che ne pensate?
Se vi è piaciuta questa intervista potete visitare il blog di Dario o la sua pagina Facebook.