Sleepopolis, come guadagnare 2 milioni di $ l’anno con l’Affiliate… e rischiare grosso!

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Mi sono imbattuto in un caso spinoso di Affiliate Marketing negli USA: come sempre avviene, in America riescono a fare le “cose in grande”, anche con un progetto di Affiliate, con guadagni ragguardevoli ma anche con problemi altrettanto gravi a cui si può andare incontro.

Negli USA tutto è amplificato, gigante e in anticipo sui tempi: per questo motivo il caso di oggi è esemplare e può accendere qualche lampadina nella mente di tutti gli affiliate marketers che popolano AlVerde.

Mi riferisco alla vendita dei materassi online raccontata in un bel articolo del Post che linko sotto al riassunto.

Chi non volesse leggere tutto il post, ecco una sintesi:

[…] Kenny Kline che aveva un blog su cui recensiva materassi. I produttori gliene mandavano a dozzine e così Kline era più che disposto a regalarli agli amici. Semplice arrotondamento dello stipendio? Nulla di più sbagliato: Kline era un piccolo imprenditore che insieme a un socio gestiva due blog di recensioni che erano la loro principale attività lavorativa. Quello delle recensioni di materassi online era un mercato diventato molto profittevole negli ultimi anni: un materasso costa parecchio e prima di comprarlo la gente vuole ricevere buoni consigli per orientarsi. Ma una delle principali società che vende materassi online, Casper (la “Apple” dei materassi USA), aveva appena fatto una causa milionaria a tre dei più noti blogger del settore.  Uno dei 3 blog coinvolti era Sleepopolis, riferimento online del settore, la cui recensione era un video che in breve ha raccolto 25 mila view su YouTube. Per ogni persona che comprava un materasso nei 30 giorni dopo aver visitato il sito della società tramite un link di Sleepopolis, Sleepopolis incassava 50 dollari a vendita (una commissione che è diventata la tariffa standard del settore).

Si è calcolato che una delle varie aziende sponsorizzate da Sleepopolis – il brand Leesa – abbia versato a Sleepopolis circa 1,4 milioni di dollari di commissioni in poco più di un anno. Significa che – contando i programmi di affiliazione anche con le molte altre società – probabilmente il sito aveva permesso un guadagno annuale di almeno due milioni di dollari. Solo scrivendo recensioni di materassi. Ma la società Casper (concorrente di Leesa) ha denunciato Sleepopolis e altri 2 blog per pubblicità ingannevole e pratiche scorrette.

Lascio a voi scoprire com’è finita… www.ilpost.it/2017/11/01/casper-materassi-online/.

Cosa imparare dal caso Sleepopolis

Il caso Sleepopolis fa impallidire qualunque caso noto di affiliazione in Italia, sia per la portata delle implicazioni, sia per i numeri che riesce a generare.

Trattandosi di un caso americano, a mia sensazione è anticipatore di trend che poi si riverseranno anche in Europa. Alcuni elementi rilevanti da tenere bene a mente sono i seguenti…

  • Ci sono una serie di variabili che rendono questo progetto di affiliazione veramente conveniente, poiché vincente su tutta la linea: scegliere un tema di nicchia, con tendenza all’acquisto online (con servizi correlati come la consegna a casa), su un prodotto di difficile valutazione soggettiva da parte degli utenti, con costo medio elevato e contesto di mercato con molti brand aggressivi e pro-attivi lato marketing e commerciale. Anche la consapevolezza da parte di questi marchi dell’importanza dell’Affiliate Marketing è centrale, cosa che in Italia – lato aziende – è totalmente o quasi inesistente. Nell’articolo il CEO di una delle aziende coinvolte ammetterà che l’affiliato coinvolto era in assoluto il loro venditore su base nazionale più proficuo
  • Metterci la faccia: Kenny Kline ha iniziato subito con dei video, mettendoci la faccia. I video poi sono realizzati professionalmente, senza particolari invenzioni o set costosi / raffinati, ma comunque assolutamente credibili e ricchi di informazioni tecniche sui prodotti recensiti. Ecco uno dei primissimi video realizzati:
  • In anticipo rispetto ai tempi, Kline ha compreso la forza dei contenuti video, esplicativi e persuasivi.
  • Nonostante questo, lo sforzo in ottica SEO copywriting è evidente osservando sleepopolis.com. Soprattutto la struttura del sito merita un accenno: nel menù principale si trovano gli argomenti centrali come le review dei materassi; i confronti tra materassi; i migliori materassi classificati lungo diverse variabili, tra cui posizione durante il sonno e design; prodotti correlati come “i migliori cuscini” e accessori vari. Oltre a queste pagine, c’è anche un’area “guide” – perfette per guidare gli acquirenti meno esperti nella valutazione del prodotto – e un blog in cui rafforzare il posizionamento del sito lungo diverse keyword.
  • Le pagine sono ricche di contenuti multimediali: grafici, tabelle, immagini, illustrazioni. Non si trovano muri di testo ma approfondimenti dettagliati e piacevoli. Costruire ognuna di queste pagine ha richiesto ore e ore di lavoro (Es: https://sleepopolis.com/best-mattress/best-mattress-for-side-sleepers/).
  • C’è anche un’area Coupon, che certamente ha tassi di conversione elevatissimi (la gente vuole “scovare l’affare online”).
  • Il finale della storia che potete leggere nel link de IlPost.it ci svela un lieto fine, una vera e propria “Exit” da start-up… che nemmeno le start-up più in voga in Italia non vedranno mai, salvo rarissimi casi.
  • Il tema “trasparenza” si fa sempre più centrale nei contenuti online, soprattutto quando parliamo di alcuni brand… e non di altri. Il fatto stesso di parlarne, anche positivamente, sottintende un tema di esplicitazione di un messaggio commerciale, che viene sempre più normato. Maggiori sono i ricavi, maggiori saranno i rischi in tal senso…

Secondo voi, un caso Sleepopolis “all’italiana” è possibile?

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