Il percorso di un blogger di successo – intervista ad Andrea Pizzato

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Chi l’ha detto che per avere successo con il proprio sito web servano investimenti clamorosi in SEO, link building o sofisticato web development?

Esempi di successo li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, come ad esempio un blog per appassionati di montagna e viaggi come www.montagnadiviaggi.it, di Andrea Pizzato, che abbiamo avuto il piacere di intervistare.

Andrea è l’archetipo del blogger che “ce l’ha fatta”: non più lavoro da dipendente, ma libertà di viaggiare e di essere pagati per raccontare luoghi, attività e persone.

Montagna di Viaggi è un blog che nasce sulla piattaforma Blogger.com, aperta e disponibile a tutti, configurabile e gestibile da chiunque, senza particolari capacità tecniche. Eppure i risultati non sono proprio da novellino:

  • quasi 2 milioni di visite in un anno;
  • oltre 15 mila keyword posizionate su Google sul tema montagna / turismo;
  • presente in prima pagina di Google con circa 5 mila parole chiave.

Il tutto grazie al racconto costante, dettagliato e personale della passione per le Dolomiti e i suoi luoghi.

Qual è il segreto del successo di Andrea? E’ un percorso affrontabile da chiunque? Glielo abbiamo chiesto.

1) Andrea, ti potresti definire un “influencer”? Cos’è per te un influencer online, oggi?

Io mi definirei blogger. Avere un blog non si limita solo alle condivisioni sui social, ma significa anche sapere scrivere bene per i motori di ricerca, quindi adottare tutte quelle tecniche SEO che permettono di arrivare ai primi posti su Google. Lo scopo, se si ha un blog, è proprio quello di essere letti il più possibile e pubblicare molto spesso, quasi ogni giorno.

2) Il tuo è un lavoro a tempo pieno o una passione?

E’ iniziata come passione, ma ora è un lavoro a tempo pieno. Non è stata una cosa voluta, ma maturata con il tempo. Quando mi sono reso conto che numeri e statistiche erano pari o superiori a gente che lo faceva già per mestiere, allora ho deciso di fare quel passo in più. Ogni blogger ha una strada diversa, il modo in cui lavoro io può essere completamente diverso da quello degli altri, lo stesso vale per le collaborazioni. Per quel che mi riguarda il mio lavoro è diviso in due fasi:

  1. la fase di condivisione social durante le varie uscite;
  2. e poi la fase pubblicazione post al mio ritorno.

Di solito per scrivere un post, rileggerlo tre volte, modificare tutte le foto e pubblicarlo, impiego quasi una giornata!

3) Come hai mosso i primi passi online e con quali obiettivi? Riesci a descriverci come hai iniziato, con quali mezzi e con quali aspettative, e quali step di crescita (e di studio eventualmente) hai affrontato?

Ho iniziato circa 9 anni fa… per caso! Ebbene si, all’epoca il mondo dei social e dei blog non era così comune. Se lo aprivi era per passione, oppure perché volevi imparare qualcosa di  nuovo. Ma non avevo nessuna aspettativa professionale, anzi, era un hobby. Per i primi due anni ho avuto visite pari a zero sul blog! Poi ho iniziato ad informarmi su come incrementare i lettori, ho iniziato a studiare un po’ di SEO e collegare il blog ai social. Twitter  è stato il primo, in quegli anni era il più importante, poi è arrivato Google Plus, Facebook e Instagram.

Non ho fatto corsi o scuole, ho imparato tutto da autodidatta; poi quando il blog ha iniziato a generare visite e ad avere un po’ più di followers  sono arrivate le prime richieste di collaborazione. All’epoca avevo un lavoro dipendente e non mi interessava avere strategie per  il blog, parlavo principalmente dei miei viaggi e di qualche escursione in montagna, poi, quando persi il lavoro 4 anni fa, dovetti fare una scelta: tenere un blog generalista (quando si è in disoccupazione non è facile fare molti viaggi),  oppure, scegliere una mia nicchia. Ho scelto la seconda opzione e di parlare solo del mio territorio vicino a casa. Un territorio molto piccolo rispetto a tutto il resto del mondo, che va da Venezia al Tirolo, ma che, con post scritti bene, mi ha permesso, quest’anno, di essere letto da più di  1.7 milioni di persone.

4) Cosa dovrebbe fare un “wannabe influencer” alle prime armi? Da dove partire e quali errori evitare?

La passione è la cosa più importante. Poi di non fare come ho fatto io, ma di studiare bene e informarsi prima di iniziare. Cosa importantissima è trovare una propria nicchia e di diventare, con il tempo, un punto di riferimento per i propri lettori.  Inoltre, una cosa che mi  sento sempre di consigliare è quella di non rimanere “incollati” ad un solo social, ma di scoprire e di innovarsi sempre. Ho visto gente con 50.000 followers su Google Plus sparire dall’oggi al domani oppure pagine Facebook ridurre drasticamente la loro visibilità dopo gli aggiornamenti dell’algoritmo.

5) Montagnadiviaggi ha un largo seguito su tutti i Social, ma quanto è importante il sito web nella tua strategia?

Il sito web per me è tutto! Essere presenti ai primi posti sui motori di ricerca vale molto di più rispetto ad una foto che dura 24 ore e poi sparisce. Un post rimane per molti anni e genera sempre più visite, oltre ad attirare un pubblico che cerca proprio quel tipo di  informazione. Un blogger, comunque, per essere definito tale, deve utilizzare quasi tutti i canali di comunicazione, ecco quindi che i social diventano uno strumento davvero importante. 

6) Come intendi far crescere o evolvere ulteriormente il progetto nei prossimi anni?

Mi piacerebbe coprire sempre di più il mio territorio e proporre esperienze ai miei lettori da prenotare direttamente sul blog. Con il tempo, e con calma, spero di riuscirci.


Grazie Andrea!

I punti chiave, a mio modo di vedere, sono questi:

  • Molti “influencer” Social si definiscono blogger, senza neppure avere un blog e – certamente – senza realmente influenzare alcuna persona. I risultati concreti e duraturi, ben oltre alle fluttuazioni legate ai Social Network, derivano da una “semina” lunga e paziente, che pone il proprio sito web al centro della strategia di marketing.
  • La costanza unita al periodo di apprendimento sono il mostro finale da superare: contenuti giornalieri (uno sforzo mastodontico) uniti alla pazienza di attendere risultati che per i primi 2/3 anni solari non si palesano.
  • Andrea, come molti altri che conseguono il successo (qualunque definizione abbia) hanno quella che Ettore Messina, straordinario coach italiano di basket, definisce AUTO-ESIGENZA

A U T O E S I G E N Z A#ettoremessina #autoesigenza #coaching #basketball #lezioni

Gepostet von Stefano Damaso am Donnerstag, 16. Januar 2020

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