Per guadagnare online serve la partita iva?

Foto Autore: Paolo Moro
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Per guadagnare soldi online utilizzando Google Adsense ed i programmi di affiliazione serve la partita iva? Sì. La prassi però è di farne a meno. Come stanno realmente le cose?

Perchè serve la partita IVA?

La gestione di un sito web che ti fa guadagnare dei soldi difficilmente può essere considerata un’attività amatoriale. Tanto meno può essere considerata un’attività occasionale, proprio perchè un sito si sviluppa, cresce, "guadagna" giorno dopo giorno per mesi/anni. 

Quindi, dal momento che ti organizzi per fare impresa (ottenere dei soldi in cambio del tuo lavoro), diventa indispensabile l’apertura della partita iva indipendentemente dagli importi che guadagni. Anche il "famoso" limite dei 5.000 euro viene spesso usato in modo improprio. Se guadagni più di 5.000 euro in un anno devi certamente avere la partita iva, ma anche se ne guadagni di meno facendo un lavoro non occasionale devi averla. 

Il dott. Spataro di civile.it parla della necessità di aprire la partita iva nel seguente video:

httpv://www.youtube.com/watch?v=mSB4Sr7v1fw
 

Perchè non serve la partita IVA?

Google Adsense, Tradedoubler, Clickpoint, Sprintrade e la maggior parte delle società che permettono di guadagnare con la pubblicità online ti pagano anche se sei privo di partita iva.

Le società italiane, al momento del pagamento, ti chiedono una ricevuta con ritenuta d’acconto come se avessi svolto un lavoro occasionale.  Chiarisco con un esempio: se guadagni 100 euro, 20 euro vengono trattenuti e versati al fisco, i restati 80 ti vengono inviati tramite assegno, paypal o bonifico. Nella dichiarazione dei reditti devi inserire sia gli importi guadagnati (100 euro), sia gli acconti già versati (20 euro). Questo modo di fare è ormai considerato normale. Ricordo che almeno dal 2000, quando ho ricevuto il mio primo pagamento, si fa così.

Le società straniere, invece, non chiedono alcun documento fiscale. A loro non importa se tu paghi le tasse o no. Loro sono in regola con le tasse del loro paese. Mentre tu, se ricevi un pagamento e non lo dichiari al fisco, probabilmente non lo sei. ;)

La mia opinione, non condivisa da molti professionisti del web, è che ci dovrebbe essere un modo "fiscalmente lecito" per guadagnare piccole somme sul web senza dover necessariamente sostenere le spese derivanti dall’apertura della partita iva. Se poi i guadagni superano un certo limite e la piccola attività non è più tanto piccola :D , si avvia una ditta individuale o una società. Cosa ne pensi?

Nel prossimo post spiegherò come si apre la partita iva e quali sono i costi che ne derivano

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Informazioni sull'autore

Paolo Moro, pioniere dell'affiliate marketing dal 2001, esperto SEO ed appassionato di finanza personale, vanta oltre 20 anni di esperienza come freelancer digitale. Fondatore di una startup web e presidente di due associazioni no-profit, Paolo combina competenze tecniche e manageriali. Nei suoi articoli offre approfondimenti su affiliate marketing, finanza personale e soluzioni finanziarie B2B, basati sulla sua pluriennale esperienza nel settore digitale.

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