Non basta un brand per guadagnare online: intervista a Marco Ziero di MOCA Interactive

il | Articoli, Guadagnare online | 0 commenti

intervista a Marco Ziero

In un ciclo di interviste sul guadagno online non poteva mancare il parere di un SEO esperto come Marco Ziero. Socio e digital strategist di MOCA Interactive, Marco segue la pianificazione e progettazione della visibilità online dei clienti, collaborando con il loro ufficio marketing nella definizione del marketing mix, nella scelta dei canali da presidiare e nella valutazione dei risultati.

È un fautore convinto della collaborazione fra competenze diverse: i clienti ci mettono la conoscenza del proprio mercato, dei competitor, dell’azienda, lui la conoscenza delle dinamiche del marketing digitale, che gli permette di spaziare fra posizionamento nei motori di ricerca (SEO), keyword advertising con Google AdWords (PPC), social media marketing (+advertising), email marketing, display/real time advertising), fino alla misurazione dei risultati in termini economici e di conversioni (Marco, fra l’altro, ha conseguito la certificazione individuale di Google Analytics).

Fra le sue attività anche la formazione, sia direttamente al cliente sia nell’ambito di corsi e master universitari, e la rappresentanza di MOCA con speech durante eventi di settore

Quindi, forse, definirlo “SEO” e basta è un po’ limitante. Ma passiamo alle domande…

 

1) Marco, qual è la tua storia professionale?

La prima esperienza è successa in un’agenzia web in provincia di Padova; sono stato assunto per sviluppare dei siti web orrendi – d’altronde, io che non sono un programmatore, non sarei comunque stato in grado di andare oltre – i quali servivano – ho scoperto dopo – a creare un network di backlink a favore di quello che, all’epoca, era il nostro miglior cliente. Lì ho scoperto la SEO, la SEO come la si faceva circa dieci anni fa, ed il primo approccio è stato con il versante, diciamo, più discutibile della stessa.

Una seconda agenzia, più grandicella, sempre di Padova mi ha poi assunto convinta che portassi, in dote, i segreti della SEO scoperti con la precedente esperienza; una volta compreso, a fatica, il fatto che di grosse scorciatoie non ce n’erano, mi hanno “parcheggiato” in ufficio ed a quel punto mi sono messo a studiare.

Dopo sei mesi e qualche colloquio in agenzie prestigiose, ho scelto la più piccola e la più prestigiosa: MOCA. :) Era il 2007 ed ho iniziato occupandomi di SEO.

Nel 2011 ho avuto l’opportunità di entrare nell’assemblea dei soci e nel consiglio di amministrazione ed ho potuto formalizzare quello che già sentivo dentro, ovvero che MOCA, già dal primo giorno, la sentivo un po’ mia.

Oggi, a conferma del fatto che le cose sono parecchio cambiate, faccio un po’ fatica a spiegare di cosa mi occupo :) Tra le mie responsabilità ci sono il marketing e la comunicazione dell’agenzia, la formazione (presso i clienti ed in occasione di eventi) e la consulenza in marketing digitale quando ci troviamo di fronte a scenari un pizzico più complessi.

 

2) Arriviamo subito al dunque: è veramente possibile guadagnare online o è una chimera? Qual è il tuo approccio verso il guadagno in internet?

Oggi tutte le mie energie sono dedicate a MOCA per cui, il tema del guadagnare online, per me rappresenta un capitolo che si è chiuso qualche anno fa.

Resta indubbio il fascino della scalabilità soprattutto per chi vive una situazione dove, di fatto, ci sono da vendere delle ore uomo e tale concetto, matematicamente, è inarrivabile.

La mia esperienza mi ha insegnato che ci vuole tempo, ci vuole tanto tempo; personalmente non ce l’ho fatta ma conosco persone che, raggiunto un certo livello di entrate, sono riusciti a costituire una struttura che, da sola, copre i costi e consente quindi, al proprietario, di vivere di rendita.

 

3) Sondaggi online, blog, mystery client, app, Social Media, e-book, affiliation, e-commerce: sembrano esserci molte possibilità per guadagnare tramite internet. Qual è la posizione di un SEO Specialist di fronte a tutte queste alternative?

Dal mio punto di vista sono tutte valide alternative perché rappresentano, ciascuna di esse, delle opportunità per far conoscere il brand (grande o piccolo che sia) all’utente.

Quando agivo in questo campo non esistevano i concetti di targetizzazione (ai livelli di oggi, intendo) e personalizzazione e quindi non si riusciva a concepire la pubblicità come utile; il banner – all’epoca quello era l’oggetto dei ragionamenti – era una piccola forzatura, un qualcosa in più, un oggetto che bisognava assolutamente mimetizzare nel layout del sito affinché l’utente non si accorgesse di cliccare sulla pubblicità. Insomma, era un approccio un po’ ingannevole.

Con il tempo siamo tutti diventati più bravi ad utilizzare la rete ed oggi, più di ieri, riusciamo a distinguere un contenuto pubblicitario; ne deriva che l’approccio di un tempo non può più essere adottato.

Inoltre prendiamo sempre più confidenza con l’acquisto online e quindi, giustamente, oggi è possibile annoverare anche altre alternative al paniere di possibilità per guadagnare online. Ciò implica che si instauri una qualche forma di fiducia tra chi vende e chi compra; torniamo quindi al concetto di brand e della sua conoscenza tra gli utenti della rete.

 

4) Un grande tema: i siti cosiddetti “made for adsense”, tipici progetti dei SEO più ambiziosi e pazienti. Cosa bisogna fare per farli funzionare? Fino a quanto si può guadagnare? E’ ancora possibile costruire, oggi, dei progetti simili?

Oggi è sicuramente più difficile perché, negli anni, la visibilità sui motori di ricerca (canale di acquisizione di traffico vitale per questa natura di siti web) si è spostata su fattori qualitativi che tengono in considerazione la bontà del contenuto e l’esperienza dell’utente.

Una volta si faceva relativamente presto a preparare un “made for AdSense” e a guadagnare qualche soldino ma oggi è più difficoltoso: per le ragioni di cui sopra e per il fatto che, alcuni mfA, sono ancora lì, posizionati molto bene, descrivendo uno scenario dove la competitività si è stratificata nel tempo rendendo il tutto molto più difficile.

Ad ogni modo, consapevoli di quelle che sono le direzioni dove orientare le energie (esperienza utente – look’n feel, usabilità, velocità – e contenuti), questi progetti rappresentano ancora una valida alternativa per guadagnare online (dedicandoci molto tempo!) e so di professionisti che, dopo un po’ di “rodaggio”, sono arrivati a superare la cifra di 50.000€/anno.

 

5) Cosa dovrebbe fare una persona che ha deciso di intraprendere un business online? Cosa consiglieresti e da dove cominciare?

La prima cosa da fare è di individuare una nicchia, uno specifico segmento di utenti; quindi di procedere ad un’accurata analisi della stessa per capire (a) il livello di competitività (b) le reali capacità di offrire un qualcosa a questa specifica fetta di persone (c) la stima di quelli che potrebbero essere i guadagni.

Un tempo, essendo il tutto più facile, il progetto poteva anche coincidere con una delle passioni del web master/proprietario del sito web; oggi suggerirei un approccio molto più scientifico.

Il passo successivo, risolti i parametri condivisi prima (esperienza utenti e contenuti), è quello di iniziare a lavorare sul proprio brand (anche a livello personale) per raggiungere presto quel livello di fiducia con l’utente, alla base del principio di transazione online (leggasi: guadagno).

 

6) In sintesi: guadagnare con internet è un’attività “per tutti” oppure no? Anche per chi un lavoro già ce l’ha?

Onestamente non credo che si tratti di un’attività per tutti; servono effettivamente delle conoscenze – dall’altra parte non troppo difficili da assimilare – che possono determinare il successo, o l’insuccesso, del progetto. Non è un’attività facile anzi, è quasi molto più vicina ad un concetto di secondo lavoro anche se, in questo caso specifico, bisogna tenere a mente che serve tempo, un bel po’ di tempo.

Grazie Marco!

 

I punti saldi che propone Marco sono delineati nettamente: tempo, conoscenze, esperienza utente, usabilità, velocità, contenuti e brand. Senza questi, il guadagno online rischia di rimanere un sogno. Che ne pensate?

Lascia un commento