La crisi del domainer in Italia

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Oggi pubblico un guest post scritto da Mauro di DominioInVendita.com, il quale si chiede "quant’è difficile fare il domainer oggi in Italia?"

Prima di tutto una definizione di cosa si intende per domainer. Il domainer è quella persona che investe in domini internet con l’intento di rivenderli ad un prezzo maggiorato in futuro. L’obiettivo primario del domainer è quindi rivendere il dominio ad un prezzo più alto del prezzo di acquisto.

Nel periodo in cui il domainer è proprietario del dominio (periodo la cui durata è incerta, perchè non si sa se e quando si troverà un compratore) il domainer cerca di monetizzare il traffico spontaneo generato dal dominio, di solito attraverso i servizi di parking. Di norma i domainer non sviluppano siti sui domini che gestiscono, proprio perchè agiscono più come investitori o speculatori che non come imprenditori. La capacità del dominio di generare ricavi nel periodo in cui il domainer lo possiede dipende principalmente dal traffico spontaneo che il dominio puo’ generare (e quindi sono i domini con parole generiche e i domini typo i migliori, perchè permettono di generare ricavi grazie al traffico che hanno).

Come detto, l’obiettivo principale del domainer è la vendita / rivendita del dominio ad un altro soggetto. Quando il domainer cede il dominio ad un altro soggetto  interrompe il periodo di utilizzo del dominio con i servizi di parking. Di norma i compratori dei domini sono di due tipi: altri domainers oppure aziende end user (che comprano il dominio per sviluppare un sito o una attività online collegata alla loro attività off line). Di norma il domainer per vendere un dominio cerca aziende end user, perchè in media le aziende sono disposte a pagare prezzi più alti. D’altro canto, le aziende end user sono interessate solo a domini con nomi generici di beni attinenti alla loro attività (ad esempio un produttore di dentifricio sarà interessato a comprare dentifricio.it o dentifricio.com), mentre di norma non sono interessate a domini di altri beni di consumo (se una azienda produce dentifrici non vorrà comprare mobili.it) e non sono interessate a domini typo (cioè domini simili a domini famosi, che ricevono traffico perchè chi naviga sbaglia a digitare il nome del dominio). I domainers invece sono interessati anche ai typo, perchè questi tipi di domini generano un traffico da type-in maggiore adatto ad essere monetizzato con i servizi di parking.

L’attività del domainer non è facile, in quanto è molto difficile sapere se e quando si potrà rivendere il dominio (che resta la fonte principale di flussi di cassa in entrata, più importante rispetto ai ricavi da parking) ed è difficile quantificare come e quanto il traffico del dominio potrà essere monetizzato. Nel caso specifico di domini in lingua italiana la situazione è ancora più difficile, in quanto i domini con parole italiane generano mediamente poco traffico spontaneo.

Quanto detto è quello che vale in condizioni di mercato normali: ma ormai dalla seconda metà del 2008 le condizioni non sono più normali e le difficoltà a cui i domainer italiani devono far fronte sono cresciute molto. Per prima cosa i rendimenti da pay per click (alla base dei servizi di parking) sono in calo, quindi i periodi di parking (tra acquisto e vendita del dominio) sono molto meno redditizi che in passato. In secondo luogo, la crisi ha ridotto di molto gi investimenti effettuati dalle aziende, e quindi trovare una azienda end user è molto più difficile, ed inoltre i prezzi offerti si riducono. Inoltre, dato che il mercato del parking è in crisi, anche gli altri domainers hanno meno risorse da investire. Per questi motivi trovare un compratore per il dominio per un domainer è diventato molto molto difficile. Il rischio che oggi molti domainers italiani corrono è quindi quello di dover tenere un dominio per periodi lunghissimi prima di poter sperare in una vendita che è comunque incerta, sapendo inoltre che in questo periodo le rese del dominio tramite i servizi di parking saranno molto più basse che in passato. Quindi oggi un domainer si trova con i ricavi da parking in calo e senza compratori per i domini: questo può portare i domainers ad una crisi di liquidità (dato che entrano meno soldi dal parking e non ne entrano più dalla vendita di domini), che il domainer cerca di gestire riducendo gli esborsi di cassa. Ma quali leve ha un domainer per ridurre gli esborsi di cassa? Purtroppo solo due: non comprare altri domini (aggravando così la crisi del mercato) e non rinnovare i domini in scadenza meno pregiati, che magari non generano ricavi da parking sufficienti a coprire il costo dei rinnovi.

In effetti questo è quello che sta accadendo oggi: un numero bassissimo di compravendite e il non rinnovo da parte dei domainers di molti domini meno pregiati, soprattutto su estensioni non .com e .it e soprattutto per famiglie di domini il cui valore in passato era stato alimentato da ondate speculative più che ragionamenti logici sulla loro appetibilità (come nel caso dei domini LLL.it e NNN.it)

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