Il tuo sito sta regalando l’84% degli spazi pubblicitari?

Foto Autore: Paolo Moro
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Da un recente studio di comScore e Starcom USA è emerso che l’8% degli utenti internet generano l’85% dei click sui banner pubblicitari. Non solo: l’84% degli utenti internet non clicca sui banner pubblicitari. I banner sono quindi inutili? No, dopo spiegherò perchè. E lo sono dal punto di vista di un affiliato che viene pagato solo in seguito ad un’azione (acquisto/registrazione) successiva ad un click su un banner? Parliamone. :D

Nella tabella seguente puoi vedere alcuni dei risultati dello studio comparati con quelli del 2007.

Risultati dello Studio comScore sui click sui banner

Se solo il 16% degli utenti internet clicca sui banner, ha senso esporre un banner sul proprio sito in cambio di una remunerazione basata, direttamente o indirettamente, sui click?

Pare proprio di no. L’avevo già detto e spiegato in modo approffondito nel post "Non usare i banner per guadagnare con le affiliazioni pay per action". Se l’84% delle persone non clicca sui banner, non possiamo farci niente. Ma il restante 16% dobbiamo sfruttarlo al meglio! ;) Come? Creando dei banner contestuali ai contenuti della pagina. Con questa accortezza, i (pochi) click sui banner portano ancora buoni risultati.

Considerando i risultati dello studio di comScore, ha senso comprare/vendere dei banner pubblicitari indipendentemente dal numero di click sugli stessi?

In certi casi sì, ma bisogna fare attenzione.

Marco Loguercio, analizzando i risultati della ricerca Coordinated Multichannel Campaigns, dice:

Il click sulla pubblicità online è solo una delle possibili azioni che gli utenti che la vedono possono compiere, ma non la più comune. Negli USA, secondo questa ricerca, la risposta del 36% degli utenti esposti a una pubblicità online è stata una ricerca in un motore per il brand o il nome del prodotto pubblicizzato.

Ne segue che anche i banner non cliccati hanno un effetto comunicativo/pubblicitario non trascurabile. Questo concetto viene ulteriormente approfondito da Davide Pozzi nel post "Nessuno clicca sui banner".

Perchè prima ho scritto che bisogna fare attenzione nella compravendita dei banner?

Il concetto di base è questo: il "serbatoio di fiducia" dei navigatori è limitato; se un sito mostra spesso banner di scarso valore, la fiducia dei navigatori nei confronti degli inserzionisti di tale sito calerà click dopo click, fino al punto in cui le inserzioni pubblicitarie verranno sistematicamente ignorate. Similmente, un’inserzionista con un brand di qualità non vorrà "mescolarsi" agli inserzionisti di "scarso valore" presenti sul sito. Maurizio Benzi nel post "La credibilità della pubblicità online, lo spiega così:  

Non possiamo pensare che il contenuto pubblicitario di terzi che un editore mostra, sia irrilevante per la percezione che il pubblico ha di lui.
Se un website ha tra i suoi inserzionisti solo chat erotiche, siti di incontri, suonerie ed altri ambiti percepiti come di scarso valore, non è difficile pensare che il livello di fiducia complessivo della sua audience sarà basso. A discapito anche dei futuri inserzionisti.

Riepilogando:

  1. Usare i banner per guadagnare con i programma di affiliazione è sconveniente perchè i click saranno pochi e il valore aggiunto dalle esposizioni dei banner senza click non viene pagato dall’inserzionista.
  2. Se vuoi vendere direttamente pubblicità è bene fare una selezione stretta degli inserizionisti per non compromettere il valore del tuo brand e la fiducia che i visitatori hanno nei confronti dei tuoi inserzionisti.
  3. Se vuoi usare dei banner per rendere popolare il tuo brand, inseriscili in un sito web che, grazie alla sua popolarità e la sua accuratezza nella scelta degli inserzionisti, sia in grado di aumentare la fiducia degli utenti nei confronti dei marchi pubblicizzati.

Se leggi tutti gli articoli linkati all’interno di questo post, noterai quanto sia complicato analizzare e dare un valore ai banner solo in funzione dei dati misurabili in modo banale come click e impression.

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Informazioni sull'autore

Paolo Moro, pioniere dell'affiliate marketing dal 2001, esperto SEO ed appassionato di finanza personale, vanta oltre 20 anni di esperienza come freelancer digitale. Fondatore di una startup web e presidente di due associazioni no-profit, Paolo combina competenze tecniche e manageriali. Nei suoi articoli offre approfondimenti su affiliate marketing, finanza personale e soluzioni finanziarie B2B, basati sulla sua pluriennale esperienza nel settore digitale.

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