Google si è stufato della pubblicità

| Pubblicato il
Articoli, Guadagnare online | 0 commenti
google ads

Pochi giorni fa anche Google ha dichiarato di essersi stufato della pubblicità. O meglio, della pubblicità massiva che intasa molti siti web in cui il contenuto, di fatto, diventa un aspetto secondario. Lo ha fatto in maniera esplicita, aderendo alla “Coalition for better ads” e segnalando anche delle linee guida che indichino quali siano gli errori da evitare quando si tratta di inserzioni sul proprio sito.

Attenzione, Google non vuole cassare i siti web con pubblicità: è evidente a chiunque che la ricchezza e la qualità delle informazioni che offre internet richiede molto lavoro, sostenibile spesso dall’apporto economico derivante da introiti pubblicitari.

Però c’è un limite, dato che…

69% of people surveyed said that they were motivated to install ad blockers by annoying or intrusive ads.

– Google survey ran globally, July 2016, Ad block users, n=1800 –

Quando 7 persone su 10 sono più che motivate all’installazione di ad blocker, allora c’è un problema, che coinvolge e colpisce gli interessi di Google stesso.

Ecco quindi motivato l’impegno di Big G in tal senso, che mostra tra i propri web tool una serie di linee guida per l’impostazione di una pubblicità “politically correct” sui propri siti web. Non solo: è in beta un tool per permettere di comunicare agli utenti l’importanza delle ads a sostegno della libera informazione online. Si chiama Funding Choices e si attiverà per quegli utenti che hanno attivato un filtro ad-blocker. Insomma, ok andare contro la pubblicità spammosa, ma ovviamente trovando un punto di incontro, un equilibrio che consenta anche ai web master di potersi sostenere. Cercando online, però, il riferimento a Funding Choices è presente “solo” nel blog di Google (quindi è ufficiale, ma se ne sa ancora molto poco).

Ma torniamo alle ads incriminate. Difficile fraintendere quali siano le pubblicità fuori standard, dato che sono ben rappresentate.

Per Desktop

Per mobile

Non ti adegui? Allora sono previste penalizzazioni, come dichiarato più volte in passato in diversi annunci, anche se per la verità le penalizzazioni a livello di ranking non sono attualmente chiare o testimoniate da casi eclatanti. Maggiormente penalizzante sarà il blocco totale degli ads non conformi operato dal browser Chrome nel 2018, che – ricordiamolo – domina con il 63% via desktop e con il 49% via mobile.

La descrizione di queste situazioni si trova in questo pdf.

Le pubblicità online non conformi alle linee guida di Google

Ma quali sono i principi base – al di là delle grafiche precedenti – che determinano la non conformità della pubblicità che metti nel sito?

  • La pubblicità che interrompe – come i countdown, soprattutto via mobile
  • La pubblicità che distrae – nel senso di quelle ads con audio automatico ad alto volume o inserite in frame chiassosi/lampeggianti.
  • La pubblicità che intasa la pagina web – ossia quelle ads che rendono difficoltoso l’accesso al contenuto e rallentano il caricamento della pagina e l’esperienza utente.

Le alternative virtuose

Siti che centrano tutti e 3 questi punti ce ne sono fin troppi. Google suggerisce, semmai, delle alternative virtuose:

  1. Ads che si caricano rapidamente: ad esempio con l’implementazione di AMP, che porterebbe un aumento del CTR sulle pubblicità (così dichiara Google qui – https://amphtml.wordpress.com/2017/01/
  2. Ads Immersive o “native”
  3. Coerenti con il contenuto della pagina. Anche questo aspetto aiuta il CTR sulle ads stesse, ma questo è facilmente comprensibile.

Sicuramente le alternative proposte sono virtuose e probabilmente molto efficaci. Al tempo stesso, i web master che sono riusciti ad attirare a se’ migliaia e migliaia di visite sanno bene che i maggiori ricavi – ad oggi – provengono proprio da quei circuiti pubblicitari che di fatto catapultano l’utente in una selva di ads, spesso con countdown o che non si possono chiudere immediatamente.

Finché non ci saranno evidenti e spietate penalizzazioni in SERP, la musica difficilmente cambierà, a detrimento di tutto il settore, che si vedrà sempre più ostacolato dagli ad blocker, in costante ascesa tra gli utenti…

Per approfondire:

  • blog.google/topics/journalism-news/building-better-web-everyone/
  • betterads.org
  • www.doubleclickbygoogle.com/articles/creating-better-ad-experiences/
  • https://blog.hubspot.com/marketing/google-ad-blocker

Lascia un commento