Con l’obiettivo di fare sempre più visite online – che è sempre l’elemento fondamentale, di fatto, per qualunque progetto web – si va a caccia di buone pratiche, trucchi, segreti: i “10 modi per”; “come ottenere velocemente la tal cosa…”; e così via.
Al di là del fatto che “velocemente” non si ottiene proprio nulla, oggi vorrei mettere l’accento si ciò che è meglio non fare, introducendo una parallelismo che mi sento di fare relativo al web marketing e al ping pong (o tennis tavolo). Se avete mai giocato a ping pong vi sarete resi conto che a livelli dilettantistici, tendenzialmente vince chi sbaglia meno.
Nel web marketing non è sempre così, ma più di qualche volta capita: tentando di ottimizzare il proprio sito e di vincere nella scalata alla pagina dei risultati di ricerca è frequente “fare di più” del necessario o di ciò che è lecito per Google, finendo per penalizzare il vostro stesso sito. E quel che è peggio, senza che ve ne siate accorti.
Per questo motivo oggi voglio pubblicare un vademecum da ricordare, che aiuti i web marketer con una serie di punti d’attenzione e controlli da rispettare per una migliore visibilità sui motori di ricerca e, di base, per evitare auto-danneggiamenti fantozziani.
No Keyword Stuffing
Cos’è il Keyword Stuffing? Si fa keyword stuffing, in sintesi, quando si riempie il testo in maniera innaturale con la parola chiave centrale che volete spingere, o ripetendo la tal parola perfino nei CSS o nei meta tag, in maniera esagerata. Qualche definizione migliore la potete trovare qui:
https://support.google.com/webmasters/answer/66358?hl=it
https://it.wikipedia.org/wiki/Keyword_stuffing
E’ deleterio e Google vi becca, affossandovi nelle pagine di risultato.
Il tool: esistono vari keyword stuffing checker per poter controllare il livello di parole chiave che avete inserito (o che un vostro concorrente ha inserito). Ne segnalo uno – quello di webseoanalytics – ma ce ne sono tanti altri da provare.
Non si copia!
Spero che il “non copiare” sul web sia ormai buona pratica di dominio pubblico. Dimostrate poca fantasia e di “inseguire” qualcuno, palesando la vostra inferiorità, oltre al fatto che potreste destare Google. Una cosa è certa: copiando un contenuto esistente non vi posizionerete meglio del contenuto copiato.
Queste considerazioni valgono anche per i vostri stessi contenuti: non duplicate pagine / articoli già pubblicati altrove nel vostro sito.
Il tool: per capire se un contenuto è copiato, potete usare il celebre CopyScape.
Attenzione ai link “rotti”
Una situazione classica: in una pagina inserite un link esterno per approfondimenti vari. Mesi e mesi dopo non tornerete più a verificare il tal link, ma nel frattempo quel sito non esiste più o quel contenuto ha cambiato indirizzo. Non ve ne accorgete ma state certamente facendo danno al vostro sito linkando contenuti non più esistenti (“cattiva reputazione” per Google).
Il tool: per verificare rapidamente e automaticamente se avete “link rotti” esistono numerosi strumenti e plugin per WordPress, ma senza alcuna fatica potete provare www.brokenlinkcheck.com.
Quantità e qualità dei contenuti
Mi imbatto spesso in siti web aziendali statici con 4 pagine o poco più, tipicamente: chi siamo; prodotti e servizi; privacy, contatti.
Il sito web può essere visto come una specie di brochure dinamica, sempre aggiornata con “la vita” in continua evoluzione di un’azienda. Ci sono aziende che interpretano così il proprio sito, ottenendo attenzioni da Google e dai clienti.
Ma ci sono anche aziende che non lo fanno; la differenza rispetto alla concorrenza è terribilmente evidente: si comunica un’immagine di azienda “morta”, che non ha novità, ne’ fantasia o innovazione. Inoltre – è risaputo – Google premia chi produce costantemente tanti contenuti e di qualità.
Attenzione anche alle parole e agli argomenti che trattate: sono veramente utili rispetto ai vostri obiettivi? Concentrate i vostri sforzi su ciò che realmente possa portare visitatori “a target”. Le visite fini a se stesse non servono.
Il tool: sei tu. Crea un piano editoriale per raccontare in prima persona cosa fai o cosa vendi.
Meta tags unici
Nel momento in cui producete numerosi contenuti, non fate l’errore di saltare la compilazione dei meta tags (title; meta description). Ma non fate nemmeno l’errore di riusare sempre gli stessi: title e meta description devono essere unici!
Il tool: per WordPress ci sono i classici WordPress SEO e All in One SEO. Ma ogni cms può contare sui propri plugin o estensioni SEO.
Attenzione a cosa linkate
Non regalate link in giro, a caso. Fate attenzione alla qualità dei contenuti che linkate: sono siti autorevoli o spammosi? Come sempre, online, se dovete scegliere tra quantità o qualità, meglio propendere per la seconda.
Il tool: visto che il page rank non è più aggiornato da Google e quindi non costituisce una misura aggiornata del valore di un sito o di una pagina, il mio consiglio è di utilizzare l’add-on di Moz (per Chrome o Firefox). Con un click avrete un rapido colpo d’occhio sul Moz rank, sulla page authority e sul domain authority di un sito che volete considerare.
Stai misurando?
Dopo tutti questi sforzi di web marketing, state misurando i risultati? Studiate Analytics e Google Search Console per capire quanto stanno rendendo i vostri contenuti? E’ un errore non farlo, per pigrizia o mancanza di tempo. Al tempo stesso, attenzione a non focalizzarsi solamente sui numeri, come spiega Seo Garden in questo bell’articolo.
Conoscete altri errori tipici da evitare per avere migliore visibilità sui motori di ricerca e fare sempre più visite online?