Come non dovresti guadagnare con Facebook

Foto Autore: Paolo Moro
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Noto che si sta diffondendo la categoria degli utenti social-furbi che sfruttano gli utenti social-fessi per guadagnare con facebook usando le affiliazioni. Ovviamente non sto scrivendo questo post per suggerire un modo poco etico per guadagnare, bensì per attirare l’attenzione verso un problema che riguarda il più noto dei social network: Facebook.

Un’idea "giusta" per guadagnare con i programmi di affiliazione potrebbe essere quella di creare su Facebook un gruppo, una pagina fan o un’applicazione, finalizzati a raggruppare un insieme di utenti interessati ad un argomento specifico. Si crea il "contenuto" utile/divertente, lo si promuove  viralmente e non, si ottengono iscritti/utenti/fan a cui poi si può proporre anche della pubblicità a tema (magari tramite un link di affiliazione). Tutto questo credo che non violi alcuna regola di Facebook, nè del buon senso.

Il problema allora qual è?

Creare un gruppo di utenti numeroso fornendo contenuti e/o servizi utili e/o divertenti non è semplice. E’ molto più facile "diffondere" una bufala o un’applicazione fantastica che ancora non esiste e probabilmente non esisterà mai.

Ad esempio:  "Se diventi fan di questa applicazione e 50 tuoi amici diventano fan, potrai aggiungere al tuo pannello l’opzione – Non mi piace – Nel frattempo gioca alla lotteria gratuita…" (200.000 persone sono diventate fan di questa applicazione che non esiste e scommetto mai esisterà).

Altri esempi:

"No a Facebook a pagamento nel 2010, servono 10.000.000 iscritti!" ce ne sono già 1.700.000 che ricevono spam.

"Ricevi l’account VIP. Scopri le nuove funzionalità! (official page)". Come prima: diventa fan e condividi con almeno 50 amici. A me sembra palese che è una bufala, ma tra i 951.000 iscritti ci sono persone che ritengo "esperte" del web. Forse sono io troppo diffidente?

C’è un ulteriore problema: usando questi mezzi diciamo "poco etici" si possono ottenere conversioni valide nelle affiliazioni pay per lead. Faccio un esempio: l’affiliato mostra una pubblicità a 1.000.000 di persone iscritte al gruppo fake, 10.000 di queste si iscrivono al sito pubblicizzato. A questo punto, chi gestisce l’affiliazione può prendere provvedimenti nei confronti dell’affiliato senza avere le prove che la sua attività su Facebook sia fondalmente spam? Ad esempio, chi può dire che il fantastico account premium, per ora solo promesso, non verrà mai realizzato?

Io condanno questo modo di lavorare con le affiliazioni, tu?

P.S. Se pensi che questo post possa far aprire gli occhi a qualche utente "social-fesso" condividilo su Facebook. ;-)

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Informazioni sull'autore

Paolo Moro, pioniere dell'affiliate marketing dal 2001, esperto SEO ed appassionato di finanza personale, vanta oltre 20 anni di esperienza come freelancer digitale. Fondatore di una startup web e presidente di due associazioni no-profit, Paolo combina competenze tecniche e manageriali. Nei suoi articoli offre approfondimenti su affiliate marketing, finanza personale e soluzioni finanziarie B2B, basati sulla sua pluriennale esperienza nel settore digitale.

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