Carta prepagata pignorabile: cosa vuol dire
Indice della recensione
Tra le modalità di riscossione dei debiti che più spaventano le persone c’è il pignoramento della carta prepagata. Un creditore che desidera riscattare un importo che ha prestato, infatti, ha la facoltà di agire tramite il cosiddetto pignoramento presso terzi, che chiama in causa un terzo soggetto: nel caso del pignoramento della carta prepagata, il terzo in questione è rappresentato dalla banca. In sostanza, il denaro presente sulla carta viene bloccato fino a quando l’importo che deve essere restituito non viene versato.
La carta prepagata, da questo punto di vista, non presenta caratteristiche differenti rispetto a un conto corrente. Questo vuol dire che non ha senso trasferire la propria liquidità dal conto alla carta ritenendo che essa sia impignorabile, perché non è così: le carte prepagate possono essere comunque pignorate.
C’è, tuttavia, un modo per evitare che una carta prepagata venga pignorata: esso prevede di ricorrere alle carte usa e getta, che sono delle prepagate molto particolari, anche perché anonime. Per ottenerle, non è necessario fornire un identificativo. Esse vengono impiegate unicamente per eseguire dei pagamenti e non possono più essere utilizzate dopo che sono state svuotate. Ebbene, le carte prepagate usa e getta non possono essere sottoposte a pignoramento, proprio perché viene a mancare la procedura che contempla il ricorso ai dati identificativi. Una carta di questo tipo, infatti, non può essere associata a un soggetto definito. Attenzione, però: è bene sapere che ormai è molto difficile riuscire a reperire queste carte, che in molti casi sono addirittura introvabili.
Un’altra soluzione a cui si può fare riferimento per evitare che la carta prepagata venga pignorata è quella che prevede di lasciarla in rosso: è ovvio, infatti, che se sulla carta non sono caricati dei soldi non è possibile pignorare del denaro che non c’è. Chiaramente, è bene avere l’accortezza di prelevare tutti i liquidi a disposizione prima che l’intimazione venga notificata. In alternativa, si può verificare la possibilità di cointestare la carta, proprio come avviene con un conto corrente: in tale eventualità il pignoramento riguarda solo la metà dei soldi presenti. Insomma, prevenire il pignoramento non è – come prevedibile, per altro – così semplice.
Carta Hype pignorabile
Carta Hype è una delle prepagate soggette a pignoramento, poiché si tratta di una carta nominativa. Hype è un conto di moneta elettronica che è associato a una carta del circuito Mastercard: per ottenerla è necessario fornire i propri dati anagrafici. Nel caso in cui non si sia provveduto a rimborsare un debito, carta Hype può essere pignorata, il che vuol dire che i soldi caricati possono essere prelevati dal creditore, sia che si tratti dell’Agenzia delle Entrate, sia che si tratti di un altro soggetto, come – per esempio – un istituto di credito che ha erogato un finanziamento non restituito.
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Carta N26 pignorabile
La carta N26 è un’altra delle carte che, nel nostro Paese, possono essere pignorate a chi deve saldare un debito. Le sue caratteristiche, infatti, la rendono paragonabile non solo alle carte prepagate nominative, ma anche ai conti correnti. Dal momento che ogni conto corrente è associato a un’identità e può essere pignorato, lo stesso discorso vale anche per la carta N26, in qualsiasi delle sue versioni: sia quella basata sul conto gratuito, sia la carta N26 Black correlata al conto assicurato, sia la carta N26 Metal che mette a disposizione il cosiddetto conto premium.
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Postepay Evolution è pignorabile
Anche la Postepay Evolution può essere pignorata, anche se ciò non vuol dire che tale eventualità sia frequente: occorre verificare, infatti, se il creditore è interessato a ricercare la carta conto, fermo restando che l’esistenza dell’anagrafe tributaria rende tale operazione piuttosto semplice e rapida. La Postepay è una carta prepagata nominativa, e in quanto tale pignorabile: ciò è vero non solo per la Evolution, ma anche per le versioni denominate Standard e Junior. Il fatto che sulla carta non sia impresso il nome del possessore non implica che essa non sia nominativa.
Paypal è pignorabile
Per capire se Paypal sia pignorabile o meno, è sufficiente sapere che esso ha tutte le peculiarità di un conto corrente tradizionale, anche se basato su un circuito elettronico: alla luce di quanto si è detto in precedenza, pertanto, il denaro presente in un conto Paypal può essere pignorato. Certo, il creditore potrebbe non sapere che il debitore dispone di un conto online: si tratta, infatti, di una banca straniera, che di conseguenza non rientra nell’Anagrafe dei conti correnti. Le eventuali disponibilità di Paypal, pertanto, non sono contenute in questo archivio, che può essere consultato da tutti i creditori. L’Agenzia delle Entrate, invece, può accertare la presenza di fondi.
Carta prepagata a San Marino
I furbetti intenzionati a non saldare i propri debiti potrebbero prendere in considerazione l’idea di servirsi di una carta prepagata aperta presso una banca di San Marino per sfuggire alle proprie responsabilità. C’è da tener presente, però, che anche le carte prepagate sammarinesi possono essere pignorate. Il motivo è sempre lo stesso visto in precedenza: per aprire un conto o per ottenere una carta, anche nella Repubblica del Titano c’è bisogno di un documento di identità, che – di conseguenza – permette di risalire con facilità al suo titolare. Ovviamente le banche locali assicurano il proprio impegno a non diffondere i dati relativi alla clientela.
Non è vero che un conto corrente all’estero non è pignorabile, come si è appena visto parlando di Paypal: l’Agenzia delle Entrate, infatti, ha la possibilità di risalire anche al denaro che si trova su un conto non italiano. Con un conto estero non si è esenti dal rischio di vedersi sequestrati gli importi da restituire a un creditore. Ciò non vuol dire che l’apertura di un conto estero corrisponda a un reato: lo fa solo chi sposta il proprio denaro verso un conto straniero non avendo pagato le cartelle esattoriali dovute all’Agenzia delle Entrate.